Cardinalino del Venezuela

carduelis cucullata

descrizione

Lunghezza circa 10 cm. è l'unico spinus a presentare il lipocromo rosso. Evidente il dimorfismo sessuale.

distribuzione e habitat

In origine era importato dal Venezuela e dalla Colombia dove abitava le regioni temperate pianeggianti e/o collinari. Attualmente la quasi totalità dei soggetti proviene da allevamenti domestici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

E' uno degli spinus più "diffuso" negli allevamenti ma anche uno dei più affascinanti per la stragrande varietà di mutazioni che lo caratterizzano per lo più traslate dal nostro lucherino europeo. Attualmente nel nostro allevamento sono presenti, oltre a qualche coppia di ancestrali, soggetti bruno, agata e isabella oltre che a diluito singolo e doppio fattore e loro combinazioni.

Nonostante il cardinalino del Venezuela possa ritenersi ormai specie del tutto domestica rimane ancora uno degli spinus che peggio sopporta le basse temperature. In ragione di ciò è importante ospitarlo in aviari interni dove anche durante l’inverno o nelle ore notturne la temperatura non subisca un brusco abbassamento. Quanto alle dimensioni della gabbia, invece, questo uccellino si accontenta molto più facilmente anche delle normali razziere canarie da 45 o 55 cm. di lunghezza anche se va da se che maggiore sarà lo spazio da destinare ai nostri cardinalini tanti più essi beneficeranno dell’esercizio del volo. Opportuno alloggiare i soggetti adulti singolarmente, soprattutto i maschi ai quali andrà evitata anche la visione diretta di un conspecifico.

 

Riproduzione

E’ specie non particolarmente complicata da riprodurre. Dopo diversi anni che alleviamo il cardinalino l’esperienza ci ha confermato che buoni risultati si possono ottenere sia anticipando le cove con la luce artificiale sia lasciando che i soggetti si riproducano naturalmente in primavera. Le femmine, tranne qualche caso eccezionale, si dimostrano ottime covatrici e madri affettuose. Spesso è proprio su una cardinalina che ricade la nostra scelta quando sorge la necessità di baliare “il soggetto particolare” o di dare la possibilità ad un’altra femmina di rinidificare sottraendola dall’incombenza di allevare uno o due soli nidiacei. Non usiamo schermare i nidi e adottiamo quelli interni di vimini di dimensioni adeguate esclusivamente per la loro praticità (minore ingombro). Le cardinaline li foderano con la normale juta che si utilizza anche per i canarini. Per rifinire la costruzione un po’ di comune ovatta (pochissima!!!) o del pelo animale andranno benissimo. Quando la femmina svolazza nella gabbia con gli sfilacci di juta nel becco magari abbozzando la costruzione del nido quello è il momento di immettere il maschio che se in pieno estro non tarderà a corteggiare la femmina con una evidente parata nuziale (ali abbassate fino al posatoio e canto forte e ripetuto). Segue di norma l’accoppiamento. In caso di litigi sarà opportuno lasciare nuovamente i soggetti separati (in modo da non vedersi) e riprovare l’unione nei giorni successivi qualora non si volesse tentare con un altro maschio. La deposizione avviene entro circa una settimana. Da 3 a 5 le uova (saltuariamente 6 o più) caratterizzate da un colorito bianco rosato e punteggiate di bruno rossiccio più o meno marcatamente sul polo ottuso. Opportuno sostituire quotidianamente le uova con quelle finte restituendole alla femmina solo a deposizione ultimata. Da questo momento la cardinalina andrà lasciata da sola per tutto il periodo che va dall’incubazione allo svezzamento dei piccoli.

Dopo pochi giorni, se fecondate, le uova assumeranno un colore più bianco gessoso. L’incubazione dura all’incirca 13 gg. e alla schiusa i nidiacei si presentano pressoché nudi ricoperti esclusivamente da un rado piumino grigiastro (ovviamente se si tratta di soggetti ancestrali). Durante questa fase oltre alla normale miscela ed al pastoncino (vedi sezione alimentazione) integriamo la dieta delle nutrici alternando quotidianamente qualche foglia di cicoria a una fettina di mela, cetriolo o zucchina. Così alimentati i pullus crescono velocemente e di norma entro il quinto giorno vengono inanellati. Dopo circa 16/18 gg. essi abbandonano il nido ma richiedono ancora l’imbeccata materna. Entro 30 giorni dalla nascita si rendono indipendenti e possono essere separati dalla madre avendo cura di accertarsi preventivamente che i novelli si alimentino adeguatamente da soli. Da questo momento, evitando eccessivo affollamento,  vanno alloggiati in capaci gabbioni da 120 cm. entro i quali resteranno fino a muta completata. Va evitata per quanto possibile la convivenza tra novelli di età diversa pena vedere i più piccoli continuamente molestati. Allo scopo tornano utili le spighe di panico sulle quali i giovani cardinalini sfogano la loro irruenza.

 

FOTO CARDINALINI

 

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